Il massaggio miofasciale, molto conosciuto all’estero, in Italia viene confuso con le molteplici tecniche fasciali usate dalle varie figure professionali che lavorano nel settore, siano esse osteopati, fisioterapisti, massofisioterapisti o massaggiatori. Si tratta di una tecnica apparentemente di facile esecuzione, ma per la sua asso- luta precisione necessita di una importante conoscenza dell’anatomia manuale, con questo s’intende “il sapere sempre dove appoggiamo le mani” o un dito o ancora solo una parte di questo.
Molto usato nell’ambito sportivo e rieducativo, risulta essere un ottimo tratta- mento anche nel paziente non traumatizzato.
La praticità di questo metodo ci permette di entrare in profondità nel corpo o scegliere un approccio più soft a seconda delle necessità. Possiamo impostare liberamente il nostro lavoro su tutti i muscoli, come solo su uno per poi continua- re con altre tecniche.
A differenza degli altri tipi di massaggio: non lavora sui muscoli, ma tra i musco- li, cioè sulla fascia che li riveste (aponeurosi superficiale), liberandola in questo modo da eventuali aderenze, fibrosi, ristagni ecc.. siano esse di origine traumatica (recente o remota) posturale ecc...
Il terapista manuale si accorgerà che il massaggio miofasciale una volta appreso tecnicamente risolverà molte patologie e completerà il lavoro di altre tecniche.
IL CORSO
Dopo una prima parte puramente teorica: improntata sulla anatomia e fisiologia delle catene fasciali, il corso inizia molto dinamicamente la sua parte pratica. Si affrontano uno dopo l’altro tutti i muscoli da trattare fondendo insieme l’anatomo – fisio - patologia e il trattamento manuale. Per ottimizzare il lavoro sono state inserite molte tecniche di mobilizzazioni articolari.